Renato Leotta. Sole

Renato Leotta. Sole

A cura di Marianna Vecellio

25 febbraio – 27 settembre 2020

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta l’opera di Renato Leotta (Torino, 1982) Sole, 2019. La mostra, a cura di Marianna Vecellio, è la prima mostra personale dell’artista torinese di origine siciliana in un museo pubblico.

Allestita al primo piano del Museo, Sole è un’installazione ambientale che esplora il legame tra la tradizione storica industriale del Piemonte, il suo tessuto sociale e il linguaggio artistico del Barocco. L’opera consiste nell’illuminare, non senza una forma di sottile umorismo, tutto ciò che è piemontese nell’edificio – dai suoi particolari storici, materiali e artistici. È composta da fari di automobile disseminati nello spazio a costituire un alternativo impianto d’illuminazione del Museo e delle sue mostre, riflettendo pertanto a livello metaforico il cambiamento sociale avvenuto nel territorio che da centro legato all’industria fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso,  ha spostato la sua attenzione verso la produzione “della cultura contemporanea dell’intrattenimento”, come afferma l’artista.

Partendo dai dettagli architettonici e artistici delle sale della Residenza Sabauda, l’opera di Leotta crea un percorso immaginario negli spazi del Museo in cui i fasti del passato settecentesco sabaudo espressi nei motivi araldici, nelle decorazioni e negli affreschi, sono metaforicamente illuminati dai fari delle automobili.

“Lo studio delle decorazioni storiche dell’edificio” – afferma Marianna Vecellio, curatore della mostra – “offre lo spunto per una riflessione sul Barocco, considerato dall’artista come metafora di un eclettismo di stili, convivenza di pieno e vuoto nonché tendenza alla rappresentazione di una dimensione infinita dello spazio e del tempo. Come in una grottesca pièce teatrale, Sole invita lo spettatore a ripensare il passato con profonda ironia che,come un fantasma, riappare tra bagliori di luce e buio”.

Una prima versione dell’opera è stata presentata in occasione di The Piedmont Pavilion, mostra nata da un’idea di CarolynChristov-Bakargiev e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e curata da Marianna Vecellio in concomitanza con la 58a edizione della Biennale di Venezia nel 2019.

Le opere di Leotta scaturiscono da una lenta e prolungata osservazione di un luogo o di un paesaggio. Anche le forze della natura, i cicli lunari e degli oceani entrano prepotentemente nei lavori dell’artista che, spaziando dal linguaggio fotografico tradizionale al video, dalla pittura al recupero di materiali d’archivio, indaga i rapporti fra mare, cielo e terra nel tentativo di creare un  possibile dialogo tra mondi reali e ideali.

Nella sua esplorazione dei confini e dei limiti della bidimensionalità dell’immagine, la sua ricerca incrocia anche i territori della letteratura a cui l’artista sovente fa riferimento nei titoli dei suoi lavori e nei testi che accompagnano le sue mostre.